La volontà: alcune riflessioni

Il tema della volontà, soprattutto nei termini di scelta, è un tema ormai centrale nelle migliori scuole di psicologia.
Volere è potere
Da quando Assagioli ha iniziato ad occuparsi della volontà numerose ricerche scientifiche hanno confermato l’esattezza delle sue intuizioni.
Un aspetto molto importante è che l’essere in qualche modo protagonisti del proprio destino produce benessere psicofisico.
Volontà buona
Siamo abituati ad associare il concetto di volontà a quella che Assagioli definisce “volontà forte” che è sempre a discapito di qualcosa.
In realtà la principale funzione psicologica della coscienza consiste nell’esercitare la propria volontà nei termini di una scelta più o meno consapevole.
Una scelta consapevole
La topica freudiana dell’Io (la parte che sceglie) che è combattuto tra l’aderire alle istanze dell’Es (la parte istintuale) e le istanze del Super-Io (la parte che giudica e vieta), si apre a ventaglio nella mappa psicosintetica.
Secondo la prospettiva psicosintetica la coscienza è destinata a governare una personalità normalmente multipla e ben più gestibile di una personalità monolitica.
L’inconscio e le sue leggi
E la questione si fa ancora più complessa se consideriamo che la psiche inconscia è capace di elaborare ben 40.000.000 di informazioni (o bit) al secondo mentre la parte conscia soltanto 40.
Questi dati offrono un panorama piuttosto imbarazzante circa la nostra capacità di essere razionali e di volere davvero ciò che crediamo di volere.
In questa prospettiva la persona è davvero libera solo nella misura in cui la sua coscienza è capace di disidentificarsi, ovvero di distinguere se stessa da ciò che siamo abituati a chiamare personalità.
Vendere cara la pelle
La volontà può essere utilizzata per aggiungere o togliere cose dal nostro quotidiano.
Per riuscire nell’intento e creare un precedente, occorrono ingredienti ben precisi.
Uno di questi ingredienti è la determinazione ad andare nella direzione che abbiamo scelto.