Panico: Che fare?

Panico: Che fare?

La parola panico deriva dalla mitologia greca: il dio Pan, suonando il flauto, faceva perdere l’equilibrio e l’orientamento ai viaggiatori.

Una bruttissima esperienza!

L’attacco di panico è caratterizzato dalla perdita della capacità critica, alla quale si accompagna un alterato stato di coscienza.

Lo spazio diviene incolmabile e il tempo si assottiglia, creando la sensazione di vivere un presente senza fine.

L’attacco di panico è improvviso, inconscio, inarrestabile e fuori dalla possibilità di ogni controllo.

E’ coatto e può essere raccontato dal soggetto solo a posteriori, non mentre si verifica.

La sindrome abbandonica

Alla origine degli stati di panico c’è la crisi abbandonica, il ripetersi della quale è in grado di scatenare i Disturbi da Attacchi di Panico (DAP).

La patogenesi primaria dei DAP risiede nel disaccudimento; tutta la sintomatologia ruota intorno alla paura di perdere la testa, o la salute in senso lato, quello che poi è definito stato di ipocondria.

A differenza della sindrome abbandonica però, in cui può esserci ancora una critica e dei ricordi ad essa legati, durante l’attacco di panico manca questa capacità.

La regressione

La regressione durante un attacco di panico potrebbe essere il tentativo di ritrovare le difese che utilizzavamo nei primi anni di vita.

Ma dietro ad un attacco di panico può esserci anche la paura della libertà e del cambiamento.

Repressione e controllo dell’aggressività, una vita sentimentale e sessuale insoddisfacente, ed emozioni intense non vissute; tutte queste esperienze possono essere anestetizzate con un attacco di panico.

Abbandono e giudizio

L’abbandono e il giudizio sono entrambe condizioni fondamentali per la genesi dell’attacco.

L’imprinting della relazione umana non è dato da comprensione ed empatia, amore e accettazione, ma da precarietà, insicurezza, freddezza.

L’abbandono, reale o meno, è stato sperimentato insieme al giudizio forte, perché forti sono state le critiche ed i rimproveri nella vita infantile.

L’abbandonato tende pertanto a ritenere se stesso cattivo e non amabile.

Metodo di lavoro

Il metodo di lavoro che utilizzo consente a chiunque di lavorare su questo e altri disagi psicologici con la possibilità di ottenere risultati sufficientemente stabili nel tempo.

La invito a contattarmi al 3285390990 per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento conoscitivo senza impegno da parte sua.

Grazie!

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